Ecco, siamo tornati al Parco delle Fucine di Casto, situato nella provincia di Brescia, uno dei nostri luoghi preferiti dove poter stare a contatto con la natura. Mio marito e io ci siamo stati tante volte, ma ogni volta c’è qualcosa di nuovo che ci colpisce e che ci rimane da fare. Una passeggiata perfetta per chi cerca un’immersione nella natura con bimbi e cani al seguito, senza troppa fatica lontano dal traffico caotico della città.
1. Arrivo al Parco: Parcheggio, Rifugio e cosa Aspettarsi
Andiamo per ordine, una volta arrivati al Parco delle Fucine, la prima cosa che colpisce è quanto sia curato e accogliente il luogo. Il parcheggio è gratuito, ma non grandissimo, con spazio per circa una trentina di macchine. Non è adatto ai camper (penso che ci sia un parcheggio a parte per loro), quindi se arrivi con un mezzo grande dovrai cercare un po’ altrove. Se non trovi posto subito, ci sono anche altri parcheggi in paese, ma bisogna prepararsi a camminare un po’ o parcheggiare lungo la strada che prosegue dopo il parco. Non proprio comodissimo, ma almeno la zona è tranquilla e piacevole.
“Anche se, arrivando in paese, trovate il cartello ‘Parcheggio pieno’, vi consiglio comunque di fare un giro: noi ci abbiamo provato e, con un po’ di fortuna, abbiamo trovato proprio una persona che stava uscendo! E se non doveste trovare posto, niente panico: proseguendo lungo il parcheggio trovate un’altra strada dove c’è un altro piazzale dove poter parcheggiare.”
Vicino all’ingresso del Parco delle Fucine troviamo il rifugio noto come Caa’ dele Strée, che funge da vero e proprio punto di riferimento. Qui ci sono un bar, la vendita di prodotti locali e il noleggio di E-Bike e attrezzatura per le varie attività: caschi, imbracature e tutto il necessario per arrampicarsi sulle pareti del parco (prezzo e prenotazioni: chiamare al +39 392-8385677) o volare sulle zipline (l’apertura non è garantita tutti i giorni). Nella struttura si trova anche un museo (in cui ancora non siamo andati) ma la scala che porta al piano superiore è molto suggestiva.
Forse un giorno decideremo di fare l’arrampicata, non avendola mai fatta l’idea un pò ci attira, ma anche per questa volta abbiamo scelto di fare trekking completando finalmente il percorso blu, un giro ad anello di circa 3.5 km.
2. Un’Immersione nella Natura Selvaggia e Storia Industriale
Ad ogni passo, ci siamo trovati immersi nella bellezza della fauna locale. In una radura più soleggiata, abbiamo visto farfalle dai colori brillanti che svolazzavano da un fiore all’altro. Ce n’erano di tutti i tipi: piccole, grandi, gialle, bianche… un vero spettacolo. Non mancavano nemmeno gli uccellini che si muovevano veloci tra i rami.
Non solo natura, però: per gli appassionati di storia, il parco delle Fucine offre anche un viaggio nel passato con la possibilità di visitare un antico distretto industriale. È composto da sei fucine, un forno fusorio, un mulino e una calchera . Queste strutture, in uso fino al 1930, hanno prodotto arnesi di ferro per oltre cinque secoli utilizzando l’acqua come forza motrice. Un pezzo di storia che fa riflettere su come la natura e l’uomo abbiano collaborato per così tanto tempo.
Il Percorso Blu: Un Tuffo nella Natura tra Cascate e Laghetti
Il percorso blu inizia praticamente dalla strada, scendendo lungo il sentiero indicato, un tragitto semplice e adatto a tutte le età, l’aria e fresca e ombreggiata, ideale per una camminata rilassante soprattutto nelle calde giornate estive. Il nostro cagnolino Lucky, ha approfittato subito delle pozzanghere lungo il sentiero per un bel bagno rinfrescante, diventando ancora più nero del solito! Chiaramente, il secondo bagno obbligatorio lo aspettava una volta tornati a casa. 😏
Il percorso è ben segnalato, basta seguire le strisce di vernice blu dipinte sugli alberi.
Il parco è una vera meraviglia della natura, una valle scavata da ruscelli e cascate, con rocce a strapiombo che creano scenari spettacolari. Ogni angolo offre qualcosa di nuovo: ponti tibetani che ondeggiano sopra corsi d’acqua, pareti per arrampicate, percorsi attrezzati e zip line che fanno venire voglia di lanciarsi nel vuoto! Anche se noi abbiamo scelto un percorso più tranquillo, è impossibile non notare quanto il parco sia perfetto per chi cerca avventura, ma anche per le famiglie e i bambini. Ci sono percorsi trekking di varie difficoltà e anche sentieri per mountain bike. Insomma, è un vero paradiso per gli amanti dell’outdoor!
Una cosa importante da sapere è che lungo tutto il percorso non ci sono bagni né punti di acqua potabile, quindi è meglio prepararsi in anticipo a questa piccola scomodità. Un altro consiglio utile, soprattutto se non siete escursionisti esperti, è portare con voi i classici bastoncini da trekking. Alcuni tratti sono un po’ ripidi e rocciosi, e avere un supporto extra può fare la differenza, soprattutto per chi ha qualche difficoltà con le gambe o semplicemente vuole godersi la passeggiata in tutta tranquillità.
Dopo circa mezz’ora di cammino, siamo arrivati al primo bivio, una strada sterrata che attraversa il bosco. Qui, seguite le indicazioni verso destra praticamente tutta in salita, dopo un bel pò di cammino troverete uno dei punti più amati del parco: la panchina gigante.
Da qui in poi, il percorso cambia notevolmente rispetto alla prima parte.
- Primo, ci sono molte meno persone sul sentiero, il che rende l’esperienza più tranquilla.
- Secondo, non ci sono più ruscelli a farti compagnia e la strada si fa tutta in salita. Non ci sono molte cose interessanti da vedere lungo questa parte, ma alla fine, arrivare alla panchina ti farà capire che ne è valsa la pena.
Chiamarla gigante è un eufemismo, meglio “gigantissima”! Quando l’ho vista, non potevo credere ai miei occhi 👀: una vera e propria panchina fuori misura che sembrava uscita da un mondo fantastico. È alta e larga così tanto che devi quasi “arrampicarti” per salirci, ma una volta che sei seduto ti senti un po’ come essere tornato bambino.
Dopo un bel tratto di strada in salita, siamo arrivati a un bivio sulla strada. A quel punto, le opzioni erano due: continuare lungo il percorso e completare il giro ad anello, oppure tornare indietro, visto che ci mancavano ancora un paio di chilometri di cammino. Abbiamo deciso di continuare a scendere lungo la strada sterrata per proseguire il percorso ad anello. Nota bene: la mappa fissa sul cartellone in questo punto è al contrario rispetto a quella che si trova al rifugio, il che potrebbe creare un po’ di confusione. Quindi, fai attenzione e assicurati di orientarti bene!
Verso la fine del percorso, si affronta una breve discesa cementata, un po’ ripida ma per fortuna molto corta. Una volta superata, si scende lungo il sentiero per un bel tratto fino ad arrivare al Rifugio Paradiso, che ti riporta nel cuore del parco, tra ruscelli e cascate, fino a ritornare al punto di partenza, il chiosco delle informazioni.
In totale, il percorso blu ha un dislivello di 150 metri, ma è facile da affrontare con un minimo di attrezzatura da montagna e scarpe da trekking.
Unica nota: i passeggini non sono ammessi, quindi se hai bambini piccoli è meglio usare un marsupio o uno zaino da trekking. Per i cani, invece, il parco è super accogliente, purché siano tenuti al guinzaglio. Il nostro cagnolino, ad esempio, si è divertito tantissimo a esplorare ogni angolo del sentiero!
Prima di arrivare al Rifugio Paradiso, il panorama cambia di nuovo, tornando simile a quello dell’inizio, vicino alle fucine. Ci ritroviamo ancora una volta circondati da ruscelli e ponti, e come ciliegina sulla torta, ci aspetta il passaggio sotto una cascata. Un’esperienza davvero emozionante! Ho incluso un breve video per darvi l’idea.
Si scende ancora, fino a quando ci troviamo sopra il Rifugio Paradiso, un posto incantevole immerso nella natura. Un luogo tranquillo e perfetto per le famiglie, grazie anche a un piccolo parco giochi per i bambini. Proseguendo il nostro cammino, raggiungiamo i laghetti. Nonostante il caldo, l’acqua era piuttosto fredda, ma i più temerari non si sono lasciati scoraggiare e si sono tuffati per un bagno rinfrescante.
Continua nella pagina successiva…👇